Il Cavaliere inesistente ha una tecnica formidabile: nella difficoltà e nella colpa, lungo l’antico cammino del negare l’evidenza (tipo: «Io con un’altra? Ti sbagli, in questa stanza non vedo nessuno») ha compiuto un geniale passo avanti. Non si limita a negare: afferma il contrario («Quella che vedi nella stanza è tuo zio»). Lo fa con metodo, sfacciataggine, disprezzo dell’intelligenza altrui. Di per sé sarebbe poca cosa: basterebbe ogni volta mostrargli che no, vedi, non è mio zio.
Non credo che Italo Calvino sarebbe troppo felice del riferimento, ma immagino che la perdonerebbe. Quello che importa segue:
Il fatto rilevante, quello che si studierà nei libri di storia, è che milioni di italiani sono vittime del sortilegio, incapaci di vedere coi propri occhi e di dire: ma che sta dicendo, è il contrario.